Nell’ambito giovanile, il calcio agonistico moderno, in primis ma non solo, richiede sempre più giocatori dotati di un‘ efficiente struttura fisica e muscolare. Le fasi di crescita e maturazione rappresentano periodi di cambiamento tanto delicati quanto favorevoli per sviluppare precocemente forza e preparare il terreno alle abilità fisiche da migliorare nel futuro. Da letture e ricerche effettuate ho riscontrato che l’assenza di un’esposizione regolare all’allenamento di forza durante l’età giovanile può limitare la capacità degli atleti di sfruttare appieno il momento favorevole che caratterizza la fase di crescita. Se da un lato si riscontra maggiore consapevolezza rispetto all’importanza dell’irrobustimento degli arti inferiori in ambito giovanile, l’attenzione verso i distretti del tronco e degli arti superiori è spesso trascurata, nonostante i suoi benefici per la performance calcistica, e non solo, la riduzione degli infortuni e la salute generale. L’allenamento della forza della parte superiore del corpo ha un impatto significativo sulla salute e sulle prestazioni del giocatore. Per questo motivo, secondo me, un approccio integrato all’allenamento, debba includere l’irrobustimento muscolo-tendineo, contribuirebbe a colmare il divario e a costruire quella riserva di forza indispensabile per sostenere le attività richieste in ogni ambito sportivo, diminuendo al contempo il rischio infortuni. Sempre in conseguenza a quanto letto, in più parti, un adeguato allenamento upper body supporta anche la qualità di movimento durante l’azione multiarticolari (es.: gli sprint, il gioco aereo (colpi di testa), il tiro in porta, ecc…), inoltre un tronco robusto e forte contribuisce infatti a una postura efficiente, riducendo il rischio di traumi severi e lesioni alla colonna vertebrale, alle articolazioni connesse, ecc… cosa più frequente problemi di scoliosi. È doveroso precisare che l’obiettivo principale è prioritariamente la qualità e la sicurezza piuttosto che il volume o l’intensità. Un aspetto importante, a mio avviso, è far comprendere ai giovani, in primis, che la necessità dell’UB deve essere prioritaria in tal senso dovendosi dedicare in maniera individuale anche al di fuori delle ore sul campo. Da esperienza continue, ormai da anni, in ambito sportivo, prima da allenatore settori giovanili di calcio ed ora in qualità di preparatore fisico per il tennis, sono convinto che nella ricerca di un costante miglioramento i giovani calciatori devono essere, sempre di più, supportati e spronati a integrare un allenamento individuale (a corpo libero o con l’aiuto di piccoli attrezzi) nelle giornate libere da quelle dedicate alla pratica sportiva specifica del proprio sport, inserendole all’interno della propria routine settimanale. Concludo evidenziando l’importanza dell’UB nel calcio giovanile, discutendo dei numerosi benefici che derivano. Reputo che questo tipo di allenamento può essere svolto in forma collettiva durante la pre-attivazione o individuale nel tempo libero di ogni atleta. Se effettuato con qualità e continuità avrà un transfer importante nella prestazione, sia verso un miglioramento dell’efficienza degli schemi motori sia nelle abilità sport-specifiche, e perché no, passando per quelle psicologiche.
Prof. Stefano D’Alterio
Docente di Scuola Secondaria di Primo Grado
Allenatore UEFA B – F.I.G.C.
Preparatore Fisico di 2° Grado per il Tennis – F.I.T.P.