Un ruolo che mi ha sempre entusiasmato nel mondo del calcio è quello dello scouting… Essendo un compito determinante in un calcio sempre in evoluzione è doveroso tener presente che questo moderno osservatore calcistico debba avere dei princìpi forti. Una riflessione che mi viene in primis è che l’osservatore moderno è un valutatore, per legarmi ad un termine scolastico, infatti più difficilmente oggi giorno si può definire “scopritore di talenti”. Per quelle che sono le mie conoscenze… lo scouting spesso si muove su richiesta di un suo responsabile, pertanto non è lui un vero scopritore del calciatore. In una delle mie tante letture per formazione e approfondimenti, ricordo di aver letto, e riscontrato verissimo nei vari momenti sui campi di calcio, che lo scouting e rappresentato da estrazione, proiezione e comparazione. Estrae il calciatore… lo proietta nel contesto di sua appartenenza e lo compara… con la rosa di calciatori già presenti. Per tutto quanto da me studiato e confrontandomi con esperti del settore ho dedotto che il principio dello scouting deve essere il conoscere fondamentalmente quello che è il ruolo del portiere, dal difensore, dal centrocampista e dell’attaccante. Quindi avere chiare queste conoscenze agevola di non poco la messa a fuoco dell’attitudine del calciatore da selezionare… spesso vediamo e sentiamo parlare del calciatore obiettivo non è altro che la bravura di un osservatore che si nota anche nell’elasticità nel sapersi calare nella filosofia scouting della società per individuare il calciatore obiettivo. Come precedentemente menzionato la prospettiva è ciò che sta a significare il proiettare la realtà osservata nel breve, medio e lungo periodo, riuscendo a definire preventivamente i margini di miglioramento e la reale caratura e categoria. Per quest’attività soprattutto quando si osservano giovani calciatori… bisogna conoscere le differenze tra età biologica (sarebbe quella legata alle fasi di crescita del corpo…) ed età cronologica (corrisponde all’età anagrafica del giocane). Poi ci sono i tempi di gioco, essi sono espressi grazie a capacità cognitive, coordinative, che sanciscono le qualità della scelta tattica. In fine primo controllo e confronto; il primo è la capacità di dominare il pallone in arrivo scegliendo anticipatamente le superfici anatomiche più efficaci ed efficienti. Il secondo è la buona riuscita del lavoro di ricerca e selezione che deriva anche dal confronto. Sono necessari solidi criteri di selezione (fisici, condizionali, coordinativi, tecnici, ecc…). In conclusione a mio modo di vedere lo scouting non deve mai dire, nei confronti di un calciatore; è da prendere…, da rivedere…, ma bisogna saper fornire argomentazioni tecniche ed emotive.

Prof. Stefano D’ Alterio

Docente di Scuola Secondaria di Primo Grado

Allenatore UEFA B – F.I.G.C.

Preparatore Fisico di 2° Grado – F.I.T.P.  

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